Mele- Val di Non

Nascosta tra le imponenti montagne delle Dolomiti, la Val di Non è conosciuta per la sua abbondante produzione di mele. Tuttavia, dietro questa bellezza pittoresca si cela un problema crescente: la difficile sostenibilità delle monoculture.

Gli agricoltori della Val di Non, pur dedicando con passione la loro terra alla coltivazione delle mele, spesso si affidano a pratiche di monocultura intensiva. Questo approccio, sebbene possa garantire un alto rendimento e un aspetto uniforme delle mele, può portare a conseguenze negative per l’ambiente e la diversità delle colture.

Le monoculture richiedono un uso intensivo di pesticidi e fertilizzanti chimici per contrastare le malattie e gli insetti che possono diffondersi rapidamente tra le piante. Questo ha un impatto negativo sulla salute del suolo e dell’ecosistema circostante, minando la biodiversità e creando un ambiente ostile per le piante native gli animali e per chiunque viva la valle.

Inoltre, la dipendenza da monoculture rende gli agricoltori vulnerabili a eventi climatici estremi e alle malattie delle piante. Se un’epidemia colpisce le mele, l’intera produzione potrebbe essere compromessa, mettendo a rischio le fonti di reddito delle famiglie agricole e la sostenibilità economica della regione.

E’ dunque importante riflettere sulle pratiche agricole moderne e cercare alternative sostenibili. Diverse iniziative stanno promuovendo la transizione verso metodi di coltivazione più ecologici, come l’agricoltura biologica e la diversificazione delle colture.

Le celle ipogee rappresentano un esempio di utilizzo intelligente delle risorse esistenti, minimizzando l’impatto ambientale delle operazioni di conservazione. Sfruttando le caratteristiche naturali del suolo, come la temperatura costante e l’umidità controllata, le mele possono essere conservate a lungo senza la necessità di dispendiose apparecchiature di refrigerazione.

Questa pratica innovativa rappresenta un duplice vantaggio per l’industria della frutta e per l’ambiente. Non solo riduce l’impronta ecologica dell’industria stessa, ma offre anche la possibilità di preservare il prezioso paesaggio e territorio della Val di Non. Inoltre, fornisce una soluzione creativa per riutilizzare le gallerie sotterranee precedentemente utilizzate per l’estrazione mineraria, ma che da tempo giacevano inutilizzate.

Il progetto delle celle ipogee dimostra come sia possibile conciliare la conservazione del territorio, la sostenibilità ambientale e l’efficienza energetica. Rappresenta un passo avanti verso un’agricoltura più responsabile e consapevole, che valorizza le risorse disponibili e promuove pratiche innovative per il bene del pianeta.


Hidden among the imposing mountains of the Dolomites, the Val di Non is known for its abundant apple production. However, behind this picturesque beauty lurks a growing problem: the difficult sustainability of monocultures.

The farmers of the Val di Non, while passionately dedicating their land to the cultivation of apples, often rely on intensive monoculture practices. This approach, while it can ensure a high yield and a uniform appearance of the apples, can lead to negative consequences for the environment and crop diversity.

Monocultures require intensive use of chemical pesticides and fertilizers to combat diseases and insects that can spread rapidly among plants. This has a negative impact on the health of the soil and the surrounding ecosystem, undermining biodiversity and creating a hostile environment for native plants and animals.

Furthermore, reliance on monocultures makes farmers vulnerable to extreme weather events and plant diseases. If an epidemic hits the apples, the entire production could be jeopardized, jeopardizing the sources of income of farm families and the economic viability of the region.
It is therefore important to reflect on modern agricultural practices and look for sustainable alternatives. Several initiatives are promoting the transition to greener farming methods, such as organic farming and crop diversification.

The underground cells represent an example of intelligent use of existing resources, minimizing the environmental impact of conservation operations. By exploiting the natural characteristics of the soil, such as constant temperature and controlled humidity, apples can be stored for a long time without the need for expensive refrigeration equipment.

This innovative practice represents a double advantage for the fruit industry and for the environment. Not only does it reduce the ecological footprint of the industry itself, but it also offers the possibility of preserving the precious landscape and territory of the Val di Non. Furthermore, it provides a creative solution for reusing underground galleries previously used for mining, but which they had long been lying unused.

The project of the underground cells demonstrates how it is possible to reconcile the conservation of the territory, environmental sustainability and energy efficiency. It represents a step forward towards a more responsible and aware agriculture, which exploits the available resources and promotes innovative practices for the good of the planet.

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